Il colosso automobilistico Nissan Renault sembra volersi affermare anche nel mercato delle auto elettriche: l’obiettivo è quello di raggiungere il milione e mezzo di veicoli venduti in tutto il mondo entro il 2017, in nome di un adeguamento dei suoi prodotti alle norme che salvaguardano l’ambiente e promuovono la mobilità sostenibile.
La casa franco-nipponica possiede in preparazione modelli ibridi innovativi, costruiti anche in collaborazione con Daimler, finalizzati a soddisfare le esigenze di consumatori sempre più attenti a preservare la salute dell’ambiente e ridurre gli agenti inquinanti, secondo quanto sostiene lo stesso presidente di Nissan, Carlos Ghosn. “Nissan – aggiunge Ghosn – intende offrire il proprio contributo alla creazione di una società sostenibile per il bene del pianeta e per ottenere un vantaggio competitivo significativo e un fattore strategico di differenziazione nel settore industriale internazionale”. La società giapponese infatti, oltre che sviluppare i propri prodotti, è alla ricerca di tecnologie che conformino progressivamente le sue industrie al rispetto dell’ambiente circostante.
Seppure di questi tempi sia difficile pensare che l’interesse di una multinazionale come questa sia totalmente rivolto ad un rispetto della natura senza secondi fini, è positivo che si riescano a conciliare profitti economici con provvedimenti ecosostenibili. Il presupposto apparentemente ovvio è che la cosiddetta “Green Economy” non sia poi così conveniente almeno per la maggior parte degli imprenditori contemporanei, dato che le aziende faticano ad investire parte dei loro capitali a sostegno dell’ambiente. A dispetto di queste considerazioni, Nissan presenta al pubblico un “Green Program” che prevede di impiegare il settanta per cento del budget annuale sulla ricerca nelle tecnologie ambientali, per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, energie rinnovabili e diversificazione delle risorse; allo stesso tempo si prefigge l’obiettivo commerciale di aumentare l’efficienza dei consumi del trentacinque per cento rispetto ai livelli del 2005, su tutti i prodotti venduti nei principali mercati internazionali.