Volvo nel mirino dei cinesi

Volvo avrebbe un altro pretendente cinese, la Bejing Automotive Industry Holding (BAIC) che si aggiunge alla Geely Automobile Holdings, alla Chery Automobile e alla Chongqing Changan Automobile, quest’ultima già partner di Ford all’interno del cui gruppo il marchio svedese sta dal 1999, anno nel quale l’azienda di Dearborn ne aveva rilevato il 100% delle azioni per l’equivalente di 6,45 miliardi di dollari.

La notizia, battuta l’altroieri dalla Associated Press e riportata ieri in prima pagina dal Wall Street Journal, afferma inoltre che i dirigenti della BAI si recheranno il prossimo giovedì a Gotheborg, quartier generale di Volvo per visitare i suoi centri di ricerca e sviluppo e gli stabilimenti. La BAIC è già partner di Daimler e Hyundai per i quali assembla vetture in Cina per i mercati dell’Estremo Oriente.

Con questo parterre di spasimanti, è alquanto probabile che la Casa guidata da Stephen Odell dal I ottobre 2008 andrà a finire in mani straniere, al contrario di quanto si prospetta per Saab. La vendita di Volvo inoltre, apertasi ufficialmente il I dicembre 2008 allorché, dopo diverse smentite, Dearborn disse di “voler rivalutare opzioni strategiche”, sembra diventare ogni giorno di più un problema più stringente a causa del permanere di una situazione di vendite e finanziaria critica per la Casa madre la quale, pur rifiutando gli aiuti governativi (e nei fatti di essere nazionalizzata), vede assottigliarsi ogni giorno di più i margini di operatività, soprattutto del suo braccio finanziario Ford Motor Credit, alle prese con numerosi mutui e prestiti da rinegoziare.

Perché questo interessamento massiccio da parte dei cinesi nei confronti di Volvo? Indubbiamente un certo fascino esercitato dal marchio, ma assai più probabilmente ad attirarli sono le grandi competenze del marchio svedese in tema di sicurezza, aspetto che per le vetture cinesi è assai deficitario, come dimostrato dai vari crash test svolti in tutto il mondo. Occorrerà solo vedere se Ford è disposta a cedere, insieme alla Volvo il suo invidiabile know-how in tema di uso degli acciai per le scocche al quale ha abbondantemente attinto sviluppando piattaforme usate dal gruppo in tutto il mondo, non ultima la D3 usata anche sulla Land Rover Freelander e la nuova Ford Taurus nonché Mondeo, S-Max e Galaxy. Nei programmi di prodotto di Gotheborg c’è la nuova S60, presentata già in forma di concept all’ultimo Salone di Detroit, e l’ibrido declinato nelle due tipologie plug-in, prevista per il 2012, e full-hybrid per il 2015. A pesare su Volvo ci sono anche l’insuccesso della compatta C30, l’anzianità di alcuni suoi modelli di successo come la XC90 e una gamma che non favorisce i bassi consumi e le basse emissioni.

1 Comment

  1. Michael 1963

    Un altro pezzo di storia automobilistica tramonta!! Io sono certo che la GEELY lascerà ampie autonomie agli svedesi, ma una VOLVO di proprietà cinese non è più la stessa cosa!! E’ un peccato che la FORD in questi oltre 10 anni di proprietà non sia riuscita a valorizzare le grandi capacità della VOLVO nel settore delle auto di alto di gamma!! Probabilmente non faceva per loro produrre auto di categoria superiore (vedi pure la cessione della Jaguar). Eppure spazio per auto di alta gamma ce ne! Basta vedere i giapponesi, che pure non avendoli, si sono inventati, e con successo, marchi di lusso come LEXUS, INFINITI e AMATI!! Uno zero spaccato come voto alla FORD e, aggiungo, idem alla GENERAL MOTORS per l’analoga vicenda SAAB, altro marchio gestito con tanta incapacità!!! Tutto ciò non può far altro che agevolare il mercato di AUDI, BMW e MERCEDS: loro si che non sbagliano un colpo!!! A loro un 10 e lode!!

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