Il mese di Novembre conferma la crisi del mercato automobilistico

Nello scorso mese di novembre 2011 le nuove auto immatricolate in Italia sono state 132.579, cioè precisamenmte il 9,25% in meno rispetto allo stesso mese dell’ anno 2010.

UNA FORTE CRISI – Una contrazione di poco inferiore segna anche il mercato dell’usato, sceso del 6,56% con 390.822 trasferimenti di proprietà. Il mercato del nuovo si conferma quindi ai livelli di 15 anni fa, con novembre che ribadisce il -10,6% dei primi undici mesi dell’anno. Altrettanto preoccupante è l’andamento della raccolta ordini, che secondo UNRAE e ANFIA è al -20% (130.00 contratti). Sempre secondo l’Associazione delle Case automobilistiche estere presenti in Italia le previsioni per il 2011 indicano un totale annuo di 1.750.000 automobili vendute, pari al -11%.Altro elemento che non infonde fiducia negli operatori del settore è la contrazione degli acquisti da parte dei privati, scesi del 13,1% rispetto a novembre 2010. Questo significa che solo il 66,6% delle auto vendute in Italia finisce alle famiglie, la quota di mercato più bassa mai registrata (66,2% negli 11 mesi). Il resto delle immatricolazioni è divisa fra società (18,5%) e noleggi (14,9%), gli unici ad accrescere la propria fetta di mercato. Nel mese di novembre 2011 le motorizzazioni Diesel hanno guadagnato posizioni raggiungendo il 56,3% dell’intero venduto.

ALLA RICERCA DI UNA SOLUZIONE – Gianni Filipponi, Direttore Generale dell’UNRAE, sottolinea come il risultato di novembre confermi le gravi difficoltà di un mercato (-30% rispetto al 2007) che “Riflette la situazione economica generale”. L’intento dell’Associazione, aggiunge Filipponi, è quello di lavorare insieme a governo, parlamento ed enti locali, favorendo la ripresa e la crescita con “auto a basso impatto ambientale la cui diffusione deve essere favorita da infrastrutture adeguate”. Altrettanto allarmato è il commento di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, che in rappresentanza dei concessionari dice: “Al peggio non c’è mai fine. Ora più che mai l’imperativo è fare presto. E la cosa più urgente è cambiare le regole della distribuzione di autoveicoli”.

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