A dicembre arriva la nuova Bentley: tocca i 330 km/h e marcia anche a bioetanolo

Per apprezzare l’ultima Bentley bisogna parti­re da Woolf Barnato. Finanzie­re e pilota, nato a Westminster (1895 -1948), viso pulito e ner­vi d’acciaio, era soprannomina­to Babe e faceva parte dei Bent­ley Boys: dal 1928 al 1930 vin­se per tre anni di fila la 24 ore di Le Mans al volante d’una Su­persports. È il nome che gli in­gegneri inglesi hanno rispolve­rato per l’ultima versione della coupé Continental.

Non è un semplice allestimento della Gtc, già declinata in versioni cattivissime, come la Speed. È la Bentley dei record, come Bar­nato fu l’uomo dei record. Per esempio, è la più potente della storia Bentley: il suo W12 da 6,0 litri eroga 630 cv e adotta una tecnologia che gli permet­te di funzionare a benzina, a bioetanolo E85 o con una qual­siasi miscela dei due.

È la più veloce: su pista stacca il taglian­do dei 329 orari. Ha un’accele­razione da hot road , le auto americane nate per bruciare l’asfalto: 3,9 secondi da 0 a 100 km/h. Dà quelle sensazioni che i collezionisti dal palato molto raffinato (disposti anche a stac­care un assegno di 250 mila eu­ro per posteggiarla nel garage di casa) sanno apprezzare: met­tersi al volante di una due po­sti muscolosa in grado di offri­re un’esperienza di guida sen­za compromessi. Una Bentley da pista? Qua­si… sì. I cavalli ci sono, la tra­zione integrale studiata per le super prestazioni: 40 per cento di coppia avanti e 60 dietro per migliorare l’allineamento quando si derapa e avere un’uscita dalle curve quasi neu­tra. Ma il peso, nonostante la dieta di 110 kg cui è stata sotto­posta, si sente e le sospensioni (alleggerite di 4 kg, tiranti ora in lega leggera) anche se svol­gono il loro lavoro bene resta­no sempre un compromesso tra una sportcar e una coupé che su strada deve garantire ai passeggeri un certo comfort.

Sul circuito Monteblanco, al­la periferia di Siviglia, al volan­te della Supersports, comun­que, ci si diverte un sacco. Il lungo rettilineo permette di su­perare i 270 orari, la staccata è garantita da un eccellente im­pianto Bentley in carbocerami­ca (420 mm all’anteriore e 356 al posteriore), i più grandi fre­ni montati su una vettura di se­rie. I dischi, leggeri e di grande diametro con pinze a otto pi­stoncini, non soffrono il fa­ding né il calore eccessivo. E fanno risparmiare 20 kg sul pe­so. I cerchi sono ancora più lar­ghi, ma grazie a una particola­re tecnica di forgiatura pesano 10 kg in meno. Le gomme so­no Pirelli PZero, con controllo della pressione, per consentire al pilota di selezionare i para­metri relativi alla gamma di ve­locità. A garantire l’equilibrio aerodinamico ottimale c’è lo spoiler automatico, con un nuovo profilo che si attiva a 80 km/h. Nell’abitacolo due posti secchi, con sedili leggerissimi (meno 20 kg) senza rinunciare al lusso Bentley: alle caratteri­stiche pelli pregiate e cromatu­re si aggiungono per la Super­sports i pannelli in fibra di car­bonio che sostituiscono le tra­dizionali radiche. Le prime consegne della Su­persports, prodotta solo per l’Europa al ritmo di 600-900 pezzi l’anno, a dicembre.

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