Volkswagen Amarok: Il pick-up tedesco che sfiderà i giapponesi

Dopo aver partecipato alla Dakar 2009 e aver debuttato allo scorso Salone gi Ginevra, a fine 2010 verrà commercializzato il nuov pick-up tedesco Amarok. Assemblato in Argentina e progettato per essere un veicolo “da lavoro”, verrà distribuito in Italia da Volkswagen Veicoli Commerciali.

La casa di  Wolfsburg tenterà di guadagnare terreno in termini di vendite, lanciando la sfida ai giapponesi della Nissan, della Toyota e della Mitssubishi, fino a questo momento dominatori della commercializzazione dei pick-up in Europa. L’Amarok maniene lo stile delle produzioni di questo tipo di veicoli, anche se si può riscontrare un leggero richiamo alla Touareg nella parte posteriore. Le linee sono tese ed orizzontali nel frontale, senza soluzione di continuità fra calandra e gruppi ottici, mentre le fiancate muscolose con passaruota sottolineano la vocazione impavida del mezzo. Le dimensioni del cassone (1,55 x 1,62 metri) del Double-cab, consentono di caricare un euro-pallet o, a sponda abbassata, un quad o un paio di moto o un go-kart mentre il roll-bar, imbullonato sulle sponde, può solamente supportare il trasporto di oggetti lunghi (assi, tubi, cantinelle ecc). Amarok sarà disponibile con Single o con Double-cab, quest’ultima a quattro porte, disponibile solo a metà 2011.


Gli interni della Amarok conservano lo stile  degli altri modelli, come  il volante con comandi integrati, essenziali ed intuitivi, le quattro maniglie rientranti a soffitto e pratici pedali ben dimensionati. Come la maggior parte dei mezzi di questo tipo l’abitabilità è ampia e confortevole anteriormente, mentre il divano posteriore, dallo schienale un po’ troppo verticale, è leggermente più rigido dei sedili anteriori e lo spazio per le gambe dipende un po’ troppo dalla stazza dei passeggeri anteriori. Utile la presenza di numerosi vani portaoggetti e porta-bibite.

Le motorizzazioni dell”Amarok offerte in Italia, saranno due : la versione biturno da 163 CV e la mono-turbo da 122 CV , entrambe quattro cilindri TD a iniezione diretta, due litri common rail Euro 5. La prima vanta una una coppia massima di 400 Nm a 1.500 giri e consumi di 7,6 l/100 km nel ciclo combinato (CO2 206 g/km) mentre l’altra ha una coppia di di 340 Nm da 2.000 giri con consumi di soli 7,5 l/100 km nel ciclo combinato ed emissioni di soli 199 g/km (primo pick-up al mondo di questa categoria sceso al di sotto dei 200 g/km). Entrambe le motorizzazioni  hanno un cambio manuale a sei marce.Il serbatoio ha una capacità di  80 litri, per assicurare un’autonomia superiore ai 1.000 km. Tre i tipi di trazione disponibili : la 4×2 a due ruote motrici e due 4×4, la prima a trazione integrale permanente dotata di differenziale Torsen che ripartisce la trazione al 40% sull’anteriore ed al 60% sul posteriore e la seconda a trazione integrale inseribile. Entrambe le 4×4 si chiamano 4MOTION, ma si differenziano tra loro dalle targhette identificative che, uguali per stile e caratteri, hanno il “4”  nero nel primo caso e rosso per la versione tecnicamente più sofisticata. Le trazioni 4×4 prevedono il blocco del differenziale posteriore, elettronico di serie (EDL) e manuale come optional; inoltre sono presenti, di serie,  l’ESP, l’ASR (controllo della trazione) ed infine l’ABS. La modalità è inseribile in marcia entro i 100 km/h ed il suo innesto interconnette tutti i citati sistemi di controllo, adattandoli all’utilizzo del mezzo in fuoristrada. Il telaio è in acciaio ad alta resistenza, un classico longheroni “a doppia U” con traverse dotato di sospensioni anteriori con schema a doppio triangolo e braccio trasversale ed i classici ammortizzatori e balestre al ponte posteriore, che rimane sempre il sistema migliore qualora un utilizzo professionale del mezzo imponga forti sollecitazioni verticali al ponte; nei casi più estremi la variante “HeavyDuty”, caratterizzata da balestre diversamente centinate, rinforzate e integrate da foglio libero, permette di muovere un carico utile massimo di 1147 kg. Ottima, infine, la capacità di traino: 2.800 o 750 kg con rimorchio frenato o libero.

Le dimensioni del mezzo consentono un uso diverso da quello “lavorativo”, in particolare la versione Highline : con 5,25 metri di lunghezza, 1,83 di altezza, 1,94 di larghezza, i cerchi in lega da 17” e la presenza, comunque non invadente, di cromature e vetri oscurati, non passa di certo inosservato. La versione intermedia Trandline, base della Highline, viene offerta con cerchi in lega da 16″, fendinebbia, climatizzatore, radio-CD, chiusura centralizzata, cruise control e tessuti in tinte più vivaci della versione Standard che abbiamo lasciatoalla fine in inverso ordine di importanza commerciale. La versione Standard costituirà il fulcro delle vendite, poiché si rivilgerà a coloro che, guardando alla sostanza, puntano ad un compagno di lavoro robusto, flessibile e relativamente economico. Le dimensioni non proprio urbane impongono nella marcia cittadina e nelle curve più strette un attimo di necessaria attenzione, ma la posizione rialzata del guidatore consente un’ampia visibilità, aiutata anche da grandi retrovisori esterni. Un ulteriore aiuto viene dalla disponibilità di coppia a basso regime del motore da 163 CV, vivace in accellerazione nonostante la massa. Qualche problema può sorgere in retromarcia in quanto l’altezza del cassone cela completamente alla vista del conducente l’ostacolo basso, sia esso un piloncino o una vettura parcheggiata, cosa che rende necessario il park assist acustico, il quale vine offerto come optional. In offroad l’Amarok non teme nessuna insidia : gli irregolari passaggi in pendenza laterale sono superati senza che la vettura dia segni di squilibrio., mentre le pendenze fangose con angolo d’attacco in salita e discesa di 45° (100%) vengono superate nei due sensi con inattesa disinvoltura per merito del “Hill hold assist” funzionante anche con cambio in folle. L’Amarok arriverà in Italia a fine 2010 con una previsione di vendita di circa 1.200 unità annue. Nessuna notizia è trapelata sul prezzo, anche se la sfida lanciata ai giapponesi fa pensare che sarà sicuramente competitivo.

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