Furti d’auto: come difendersi?

Nessuno può evitare con certezza un furto d’auto. Se il ladro è abile ed ha già inquadrato la sua “preda” è probabile che ci riesca. In Italia accade 19 volte ogni ora e gli italiani si difendono in vari modi, usando l’antifurto o riparando l’auto in garage.

Tuttavia, per ridurre la probabilità di essere una delle vittime c’è un certo numero di precauzioni che, se adottate, possono contribuire a rendere il proprio mezzo un obiettivo meno vulnerabile. A sostenerlo è l’Aspas, che ha pensato di proporre un decalogo in cui non solo spiega quali sono questi “trucchi”, ma anche cosa è meglio fare nel caso in cui ormai è troppo tardi.

L’antifurto è al centro di ogni consiglio. La cosa migliore, secondo l’Associazione, è addirittura utilizzarne più di uno. “Il ladro agisce quasi sempre avendo poco tempo a disposizione e pertanto preferisce un veicolo sul quale occorre ‘lavorare’ meno”, si legge nella nota. “Meglio montare più antifurti, anche se poco costosi che uno solo costoso”, l”impianto è che sia percepibile anche dall’esterno, così da indurre alcuni ladri a rinunciare. Inserirlo è sempre la cosa migliore, anche in caso di fermate brevi, in cui occorre sempre verificare l’effettiva chiusura delle portiere, del portellone, dei finestrini e dell’eventuale tetto apribile. “Non lasciare mai la chiave di accensione inserita nel quadro”, ricorda l’Asaps. “Non potete immaginare quante macchine spariscono davanti alle edicole e davanti ai tabaccai”. E “non custodite doppie chiavi a bordo del veicolo”.

Le chiavi, infatti, sono importantissime. Non vanno mai lasciate incustodite e, in caso di smarrimento o furto, vanno immediatamente cambiate. Anche inserire il bloccasterzo è un’altra regola fondamentale, così come ci sono altri piccoli accorgimenti che, se l’automobilista segue, posso essere utili. Il parcheggio, ad esempio, va scelto con cura, preferendo sempre un luogo sicuro e se possibile custodito. Bisogna poi evitare di lasciare a vista bagagli, borse o oggetti che possono attirare l’attenzione e, se proprio si devono lasciare nell’auto, è consigliabile riporli in anticipo nel portabagagli lontano da occhi indiscreti. Fidarsi infatti “è bene, ma non fidarsi è meglio”. In caso di riparazioni è “meglio” servirsi di officine che si conoscono bene e se si guida una vettura di valore, in caso di piccolo tamponamento, è importante fare attenzione: “Potrebbe trattarsi di uno stratagemma per soffiarvi la macchina mentre verificate i danni – dice l’Asaps – Se siete in zona isolata, spostatevi lentamente nei pressi di un’area di servizio, di un locale pubblico o almeno di una abitazione”.

Meglio, infine, non lasciare la carta di circolazione od altri documenti all’interno dell’auto e se poi non c’è più niente da fare se non denunciare il furto, ecco i consigli per rendere più agevole il lavoro della polizia: avvisarli immediatamente segnalando marca, modello, colore e targa del veicolo rubato; chiedere che i dati di identificazione del veicolo siano immediatamente inseriti nella banca dati interforze; presentare, il prima possibile, denuncia alla competente autorità di pubblica sicurezza (Polizia di Stato, Carabinieri) facendosi rilasciare la relativa attestazione e fare in modo che sulla denuncia di furto sia indicato chiaramente ogni dato necessario.

E’ importante, inoltre, indicare in denuncia tutte le informazioni che consentono di identificare il veicolo, partendo dal presupposto che nella maggioranza dei casi i dati di identificazione originali (targhe -telaio) vengono sostituiti. Se il veicolo è di significativo valore sarebbe utile anche una foto che ne evidenzi i particolari. Bisogna poi richiedere al PRA l’annotazione della perdita di possesso, presentando il certificato di proprietà e l’attestazione della denuncia (in originale o in copia resa conforme dallo stesso ufficio di pubblica sicurezza). Se non si dispone del certificato di proprietà, la richiesta va presentata mediante apposita nota che viene fornita gratuitamente dal PRA. Non è ammessa la presentazione al PRA per corrispondenza. Il PRA competente e quello della provincia di residenza dell’intestatario del veicolo. La richiesta di annotazione della perdita di possesso vale anche ai fini della pratica assicurativa, se il veicolo era assicurato contro il furto.

E se il veicolo viene ritrovato, entro 40 giorni dal ritrovamento, deve essere richiesta al P.R.A. l’annotazione del “rientro in possesso”. La pratica deve essere obbligatoriamente presentata quando sia stata annotata una precedente perdita di possesso. La pratica deve essere presentata all’Ufficio P.R.A. della provincia in cui è residente la persona intestataria del veicolo entro quaranta giorni dal riacquisto del possesso del veicolo. La documentazione da presentare è la seguente: certificato di Proprietà su cui è stata annotata la perdita di possesso; provvedimento emesso dalle Autorità competenti con il quale si dispone la riconsegna del veicolo; dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà nella quale si dichiari la causa del rientro in possesso da parte dell’intestatario o dell’acquirente.

Inoltre alcuni giorni dopo la denuncia di furto, è bene andare a verificare se i dati dell’auto (targa e telaio) sono stati regolarmente inseriti nella banca dati per le ricerche. Per farlo basta semplicemente cliccare su questo indirizzo del portale del Ministero dell’Interno: http://coordinamento.mininterno.it. “Poi avrete cura di inserire i dati della vostra macchina o della vostra moto”, spiega l’Asaps che avverte: “Se non risultano da ricercare, qualcosa non ha funzionato: errore nell’inserimento, rallentamento burocratico ecc. Avrete modo di chiamare l’ufficio di polizia presso il quale avete sporto denuncia e chiedere spiegazioni. Per le forze dell’ordine la vostra macchina è una delle tante, per voi è la preferita”.

Fonte: Omniauto.it

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