Audi Q7 3.0 TDI clean diesel

Euro 6 virtuale con l’AdBlue, ma l’ecologia non abita qui
Se le auto a gasolio fossero tutte sostituite da modelli come l’Audi Q7 3.0 TDI clean diesel, sarebbe una catastrofe su scala planetaria. Senz’altro calerebbero le emissioni di ossidi di azoto, ma la CO2 emessa dal parco circolante diesel sarebbe quasi raddoppiata.

Per questo non ci sentiamo di entusiasmarci più di tanto per l’introduzione sul mercato di uno dei tanti “diesel più puliti al mondo”, definizione sulla quale abbiamo già espresso diverse perplessità.

La nuova motorizzazione prende di peso una tecnologia per abbattere gli ossidi di azoto già da anni presente sui veicoli pesanti per trasporti internazionali: quella della catalizzazione SCR (Selective Catalytic Reduction) basata sull’uso dell’additivo AdBlue. Il problema è sempre il tipo di auto, una Suv di grossa taglia che non è né leggera (2345/2375 kg a vuoto) né aerodinamica, con un coefficiente di penetrazione di 0,37 (0,34 con l’optional delle sospensioni pneumatiche) peggiore di qualche furgone. Ne risulta un consumo nel ciclo combinato di 8,9 l/100 km con emissioni di CO2 di 234 grammi/km nel ciclo combinato europeo; dati che, come noto, nel caso di motori potenti – qui siamo a quota 176 kW/240 cv – possono essere molto, ma molto più ottimisti di quelli reali. Certo, c ‘è di molto peggio anche nella stessa gamma Q7, come l’ammiraglia a benzina 4.2 FSI che, grazie all’indubbia efficienza del propulsore a iniezione diretta, limita i consumi a 12,7 l/100 km (quasi 8 km con un litro andando pianissimo) pari a 304 grammi/km di CO2.

Oppure il top tra i diesel, il 12 cilindri 6.0 TDI che consuma 11,1 l/100 km con emissioni di 298 g/km. Ma vogliamo mettere, per il motore a benzina, “le raffinate sonorità di un V8 con monoblocco in alluminio” e, per l’unità a gasolio, l’emozione di avere sotto il sedere, “il Suv diesel più potente al mondo”, con un propulsore “strettamente imparentato con il motore della R10 TDI, vettura sportiva che ha riportato ben tre vittorie sullo storico circuito di Le Mans”. Dimenticando che la R10 citata resta l’unica auto dell’intero Gruppo Volkswagen con un diesel in lega leggera, tecnologia disponibile dal 2001 su un’utilitaria giapponese da 13.000 euro circa, dieci esemplari della quale costano come una Q7 6.0 TDI. Magari, sostituendo la vile ghisa con l’alluminio, si potrebbe evitare alla Suv tedesca di sforare i 2.600 kg a vuoto.

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