Auto a energia solare: non più un’utopia

« Arriveremo a costruire macchine capaci di spingere grandi navi a velocità più forti che un’intera schiera di rematori e bisognose soltanto di un pilota che le diriga. Arriveremo a imprimere ai carri incredibili velocità senza l’aiuto di alcun animale. Arriveremo a costruire macchine alate, capaci di sollevarsi nell’aria come gli uccelli ».

Così il filosofo inglese Roger Bacon immaginava il futuro tecnologico dell’umanità: se nel tredicesimo secolo gli scenari utopici degli scienziati prevedevano macchine a propulsione autonoma, oggi la sfida è quella di spostarsi da una parte all’altra del globo in armonia con l’ambiente, sfruttando minimamente le sue risorse. Grazie al Word Solar Challenge, possiamo dire che il futuro non è poi così lontano: trentasette prototipi mossi esclusivamente ad energia solare si sono sfidati attraversando l’Australia, durante l’undicesima edizione biennale, e ha avuto la meglio la squadra giapponese, precedendo gli olandesi e gli universitari del Michigan. Tra i vari prototipi provenienti da ventuno paesi differenti, ha partecipato anche Emilia II, costruita in collaborazione dall’Istituto Meccanico della Ferrari e dall’Università di Bologna. Il motore del veicolo riesce ad erogare una potenza massima di circa 1,8 kiloWatt, sfruttando l’energia solare captata dalle celle fotovoltaiche, disposte su sei metri quadri della superficie piatta del mezzo.

Purtroppo la squadra italiana non è riuscita ad andare oltre il diciassettesimo posto; tuttavia, tralasciando le considerazioni tecniche e sportive, è rilevante che la scienza investa risorse per sperimentare nuovi modi di locomozione a favore della mobilità sostenibile, nonostante i molteplici impedimenti di varia natura. Se la realtà di tutti i giorni ci riporta al caos quotidiano delle nostre strade, dove inquinamento acustico e atmosferico sono una diretta e inevitabile conseguenza dell’utilizzo di “carri” che si muovono “ad incredibili velocità senza l’aiuto di alcun animale”, è nostro dovere provare a realizzare un futuro con veicoli che si muovono sì a velocità sostenute e a propulsione autonoma, ma anche silenziosamente e senza l’emissione di sostanze nocive.

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