USA: la Fiat 500 sarà negli showroom Chrysler

La Fiat 500 negli stessi concessionari di Chrysler, Jeep e Dodge. Accadrà negli Stati Uniti alla fine del 2010, dove la citycar italiana verrà venduta dal Gruppo Chrysler. Peter Fong, amministratore delegato del marchio Chrysler, ha detto che i volumi di vendita attualmente previsti per la piccola torinese non consentono la creazione di una rete di distribuzione ad hoc, ma questo non ne esclude l’apertura in futuro. Al momento, invece, resta confermata la volontà di lanciare sul mercato nord americano la 500 in tutte le salse – berlina, cabrio e Abarth – a cui si aggiungerà in seguito una “wagon”, ovvero una “giardinetta” che sembra sempre più probabile per il mercato statunitense, ma che forse in Europa non vedremo mai.

Riguardo allo stabilimento dove la piccola italiana sarà prodotta, Peter Fong ha ribadito la volontà di Fiat di produrla a Toluca, in Messico, perché questo paese, oltre a fare parte del NAFTA (North American Free Trade Agreement, ovvero l’accordo nordamericano per il libero scambio insieme a Canade e USA), ha favorevoli accordi di scambio commerciali con il Brasile, dove il Gruppo torinese è leader di mercato e possiede impianti produttivi da diversi anni. Tra gli obiettivi a lungo termine della Casa italiana ci sarebbe inoltre quello di esportare nell’America Latina un terzo delle 100 mila unità che verrebbero costruite a Toluca. La volontà della Casa torinese dovrà tuttavia essere conciliata con quella del presidente Barack Obama, che vorrebbe che Fiat e Chrysler utilizzassero anche gli impianti statunitensi di Belvidere o di Warren. La questione è infatti – oltre che aziendale – politica e sociale.

Negli Stati Uniti infatti la protesta dei lavoratori Chrysler si sta facendo ogni giorno più serrata al grido “Fighting to Save American Jobs” (Lottare per salvare i posti di lavoro statunitensi). Lo slogan, ideato dal sindacato UAW, è sempre più urlato, visto l’avvicinarsi della chiusura dello stabilimento di Sterling Heights nel Michigan. “Questa non è la ristrutturazione dell’industria automobilistica che è stata promessa ai contribuenti americani”, ha detto Bill Parker, presidente della UAW locale. E intanto il nuovo consiglio di amministrazione, capitanato da Sergio Marchionne, si è nuovamente riunito venerdì scorso per valutare la situazione, ma nessuna delle decisioni già prese sugli assetti produttivi è stata finora rivista.

Fonte: Omniauto.it

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