UNRAE: “La legge è uguale per tutti” i carburanti

Non solo il metano, la legge deve promuovere anche gli altri carburanti a basso impatto ambientale che si pongono come alternativa a quelli tradizionali. E’ questa in sintesi la posizione dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere operanti in Italia, rispetto all’avvio dell’iter parlamentare, presso la Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, del Disegno di Legge relativo a “Disposizioni in materia di utilizzo del metano come carburante per autotrazione”, che ha come primo firmatario il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia.

Secondo Loris Casadei, Presidente dell’UNRAE, “il metano deve giustamente far parte dei carburanti alternativi a basso impatto ambientale, ma non può essere prescelto come unica alternativa a quelli tradizionali, altrimenti si produrrebbe una grave ed ingiustificata distorsione del mercato”. La proposta di legge 2172 prevede infatti diverse agevolazioni per la diffusione del metano per autotrazione in Italia, come ad esempio: il blocco decennale delle accise prevedendo incentivi permanenti di 3.500 euro all’anno per l’acquisto di auto a metano; la crescita della rete di distribuzione attraverso la semplificazione delle procedure burocratiche; la liberalizzazione completa delle modalità di erogazione self service e multidispenser; ed anche agevolazioni per l’attività di ricerca e l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di riservare alle auto a metano il 25% dei nuovi acquisti di veicoli.

Troppo, secondo l’Associazione delle Case automobilistiche estere, perché gli stessi benefici dovrebbero essere estesi anche al GPL. “Il GPL, infatti – ha ricordato Casadei – garantisce limitate emissioni di CO2 e benefici ecologici praticamente identici a quelli del metano, ma in più si avvale di una distribuzione sul territorio nazionale ben più capillare, e quindi in grado di interessare un numero decisamente maggiore di automobilisti”. L’obiettivo che deve essere perseguito dalle Istituzioni e dagli operatori dell’automotive, per l’UNRAE, è sempre quello dell’abbattimento della CO2 e “deve essere lasciato alla libertà della ricerca e dello sviluppo tecnologico che questo venga raggiunto con tutte le tipologie di motorizzazione ed alimentazione disponibili: benzina, diesel, GPL, metano, elettrico, ibrido, bi-fuel, idrogeno od altro. In termini squisitamente commerciali non si può sottacere, quindi, che una misura volta a favorire un solo tipo di carburante sarebbe fortemente distorsiva della libera concorrenza”.

Oggi, infatti, le case che offrono auto a metano in Italia sono meno di dieci ed è il Gruppo Fiat il leader del settore. E’ chiaro quindi che una politica di incentivazione del genere andrebbe a favorire il costruttore nazionale e a penalizzare tutti quei brand che non dispongono ancora di versioni a gas naturale dei loro modelli e non avrebbero il tempo di adattare l’offerta commerciale nel breve periodo. Ma l’esecutivo sembra essere determinato. Per Saglia lo sviluppo del settore “è da perseguire perché vantaggioso per i consumatori, per l’ambiente e per la filiera industriale” e perché, secondo una ricerca di Nomisma Energia, dandogli il giusto impulso attraverso adeguate politiche di sostegno, il suo valore aggiunto può crescere al primo gennaio 2015 fino a 4.000 milioni di euro (contro gli attuali 1.500 milioni) e l’occupazione schizzare a circa 25.000 addetti, quasi il triplo rispetto ad oggi (8.000), senza contare un incremento del gettito fiscale di quasi 1.200 milioni di euro dai 400 odierni.

Fonte: Omniauto.it

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