Salone di Shanghai: una raffica di novità

Si è aperto questa mattina, con la prima giornata stampa, il Salone di Shanghai 2009, uno dei più importanti dello scacchiere asiatico. E non soltanto per il mercato locale. Non è un caso che la Porsche abbia deciso di presentare qui un’auto particolarmente importante per la sua strategia di ampliamento della gamma, la Panamera.

Presente in Cina dal 2001, la Porsche ha chiuso il 2008 con più di ottomila macchine vendute. Audi, per parte sua, che a marzo ha registrato il suo miglior risultato di sempre sul mercato locale con ben 13 mila nuovi clienti conquistati, ha tolto i veli al restyling della Q7, mentre Mercedes ha lanciato la sua ammiraglia S con ritocchi estetici e con la versione S 400 Hybrid. Da questo mese poi inizia a commercializzare in Cina la Smart, di cui spera di vendere a regime circa 15 mila unità l’anno.

Ma gli occhi degli osservatori internazionali sono tutti puntati sui costruttori locali che nel loro insieme detengono ormai oltre la metà di un mercato lontano anni luce dal nostro. Qui convivono i grandi gruppi tradizionali a partecipazione statale, come Faw, Saic e Beijing, che sono cresciuti grazie alle joint-venture con partner stranieri come GM e Volkswagen, e piccoli o medi produttori a capitale privato le cui vendite sono sostenute da un mercato in continua espansione, via via che la classe media si amplia e i prezzi delle auto scendono.

“La crisi? Sì, ci ha colpiti per quanto riguarda le esportazioni, ma la domanda sul mercato domestico è quasi raddoppiata”, dice Ren Allen, general manager per l’Europa della Great Wall, azienda indipendente che in Italia conosciamo per la Suv Hover. E così la Great Wall conta di chiudere il 2009 con quasi 200 mila macchine prodotte, contro le 130 mila dello scorso anno. E, grazie all’introduzione di nuovi modelli, spera di avvicinarsi nel 2010 a saturare la sua capacità produttiva di 400 mila unitàl’anno. Ma è già in costruzione un secondo stabilimento che porterà in dote al costruttore della regione di Pechino altre 300 mila unità potenziali.

La vitalità del mercato locale si intuisce dal volume dell’offerta di veicoli nuovi a questo Salone. La Chery, primo costruttore cinese, ha appena lanciato sul mercato due nuovi marchi: Rely e Riich. Sotto quest’ultimo logo si appresta a commercializzare tre automobili, disegnate in Italia dalla Torino Design, che presentò come concept lo scorso anno al Salone di Pechino. Si tratta della M1, una due volumi cinque porte, della X1, la sua versione suveggiante, e della M5, la corrispondente tre volumi. La Geely ha annunciato ben 22 novità, di cui le più importanti sono la IG, una minicar che propone uno schema abitativo a tre posti, la GT concept, una coupé vicina alla produzione, e la EK2, vettura puramente elettrica. Anche la già citata Great Wall ha tolto i veli a una piccola elettrica, che ha diviso l’onore della ribalta con la H7, una Hover a sette posti, e la strana berlina CH011. “Per ora si tratta soltanto di una concept, non abbiamo in vista la vendita a breve di un modello puramente elettrico”, si schermiscono i manager della Casa cinese.

Più determinata nell’offerta di veicoli a energia alternativa è invece la Byd, un’azienda che nasce come produttore di batterie. “Abbiamo messo sul mercato la F3DM, ibrida plug-in compatta, a dicembre scorso; arriveremo per fine anno con F6DM, che ne condivide sostanzialmente lo schema meccanico, e per l’inizio del 2010 al più tardi inizieremo a vendere la nuovissima e6, elettrica pura con un’autonomia di 300 km, che abbiamo svelato qui per la prima volta”, ha spiegato a “Quattroruote” Tian Leevon, responsabile delle esportazioni della Byd. L’abbondanza di proposte di veicoli ibridi o elettrici a questa edizione del Salone di Shanghai non è soltanto questione di moda”.

Il governo cinese ha deciso di premere l’acceleratore verso un parco auto meno inquinante, finanziando programmi di ricerca sulle energie alternative. L’obiettivo dichiarato è di avere almeno 60 mila veicoli ad energia “pulita” sulle strade cinesi entro il 2012. E infatti, Renault-Nissan, che sta portando avanti in Europa il suo progetto elettrico, ha annusato l’aria, siglando un accordo con il governo di Pechino per contribuire a realizzare la rete infrastrutturale per la ricarica rapida, in modo da arrivare anche in Cina con i propri veicoli elettrici, per il 2011.

Fonte: Quattroruote.it

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