Crash Test deludenti per la Suzuki Alto

Deludente. Non si può definire in altro modo il risultato degli ultimi test EuroNCAP svolti sulla Suzuki Alto, la piccola progettata e prodotta interamente nello stabilimento indiano di New Delhi.

Le sole 3 stelle attribuitele sono deludenti soprattutto alla luce dei risultati medi ottenuti nei nuovi test 2009 da altri costruttori, solitamente compresi fra le 4 e le 5 stelle; una vettura appartenente ad un segmento appena superiore come la Hyundai i20 ha ad esempio ottenuto il massimo delle stelle EuroNCAP.

Il totale di soli 58 punti la dice lunga sulla distanza che la separa dalla già citata i20, forte di ben 102 punti. Ciò che ha penalizzato la Alto nei test di sicurezza è stata soprattutto la quantità e la gravità di danni riscontrati su femore, ginocchia e piedi di entrambi i manichini utilizzati nello scontro frontale. Pur rimanendo intatta la cellula abitativa, la maggior parte dei danni è stata infatti provocata da parti della plancia. La possibilità globale per un adulto di uscire illeso da un incidente sulla Suzuki Alto risulta quindi del 55%. Nonostante la vettura in prova montasse l’airbag toracico, la protezione è risultata scarsa, così come quella contro il “colpo di frusta”.

La situazione non è più rosea nella prova di sicurezza per i bambini, dove ottiene il 49% di sicurezza nonostante l’impossibilità di disattivare l’airbag passeggero. Critica è la performance dei sistemi di sicurezza con seggiolini per bambini di 3 anni nell’impatto frontale. Inferiore alla media è anche il livello di protezione verso i pedoni investiti (35%), sia a livello di paraurti che di cofano.

Note dolenti anche dal settore “ausili alla sicurezza”, dove spicca su alcune versioni l’assenza dell’ESP di serie, la totale mancanza di un limitatore/regolatore di velocità e la presenza del segnalatore “cinture non allacciate” solamente per il posto di guida. A questo punto non resta che attendere le future prove sulla sicurezza della quasi identica Nissan Pixo e scoprire se la sorella “Made in India” otterrà gli stessi mediocri risultati.

Fonte: Omniauto.it

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