Le università e le imprese si uniscono per per sviluppare l’auto elettrica “made in Italy”

L’industria automobilistica, le imprese di componentistica, le Università ed i centri di ricerca si uniscono per avviare un progetto al fine di sviluppare l’auto elettrica “made in Italy”. In questo progetto sono coinvolte le migliori realtà italiane nella ricerca e sviluppo : Fiat a Ferrari, da Brembo a Piaggio a Pininfarina a Dallara, fino a Eni ed Enel.

L’obiettivo da raggiungere sono due piattaforme, una per la mobilità elettrica e l’altra per l’innovazione, con il sostegno del Ministero dell’Università e della Ricerca, dello sviluppo Economico e dell’Ambiente. La paternità di questo progetto è di Assoknowledge, l’associazione di Confindustria, la quale collabora anche con l’Ata, l’Associazione Tecnica dell’Automobile. Il Centro Ricerche Fiat, Pininfarina e Dallara considerano Assoknowledge il cavallo di troia per realizzare l’auto elettrica “made in Italy”. Durante la fase  di discussione si sono aggiunte Brembo, Piaggio, Enel, Elettrolux, Indesit, le Università di Roma, Padova, Palermo, Napoli, il Politecnico di Milano e quello di Torino, solo per citarne alcune. Le «bandiere» dell’innovazione made in Italy si sono unite per portare avanti un piano che portarà l’Italia a partecipare, nel mondo, al mercato dell’auto elettrica; le stime dicono che nel 2015, l’auto elettrica rappresenterà circa il 10%  nel mercato mondiale. L’Italia, con tutte le sue migliori aziende, non poteva non prepararsi ad un evento del genere, quidni ha deciso di unire le prorprie forze al fine di essere competitivi sul mercato mondiale. Già alcune aziende citate, da qualche tempo, hanno iniziato ad elebarorare l’auto elttrica, come nel caso di Pininfarina che ha già sviluppato un prototipo di auto elettrica, il Centro ricerche Fiat che studia da tempo la mobilità urbana sostenibile e a Milano la municipalizzata A2A la quale ha siglato un accordo con Renault per promuovere le vetture a zero emissioni e prevede l’installazione di 270 colonnine per la ricarica. Aver riunito l’eccellenza italiana in un unico progetto rappresenta sicuramente una grande opportunità per il nostro paese, per non rimanere indietro e continuare ad essere competitivi in un mercato che rappresenterà il futuro. Ai ministeri spetterà invece il compito di assicurare il sostegno necessario in sede comunitaria.

Monitorare e prendere spunti da altri paesi, sarà utile e quasi indispensabile al progetto, poiché l’Italia è in forte ritardo circa lo sviluppo delle batterie elettriche. La Germania, ad esempio, è leader in questo settore. Per tale motivo si pensa di coinvogliare le risorse piuttosto verso lo studio e la ricerca sull’aerodinamica e sul peso delle vetture oppure sulla mobilità urbana. Le difficoltà saranno molte, ma comunque tutto questo rappresenta un ottimo punto di partenza per far si che l’Italia possa competere in un mercato che ogni hanno si fa sempre più competitivo e importante sotto il profilo economico ed ambientale.

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