RENAULT MEGANE 1.9 DCI SPIGOLI ADDIO

La Mégane terza serie è meno originale della precedente, non c’è dubbio. Ma è anche sicuramente molto più bella. Giovane, moderna, innovativa quanto basta per distinguersi dal mucchio, ma senza troppe esagerazioni. Una linea che garantisce, secondo la Casa, anche buone qualità aerodinamiche: il Cx dichiarato è di 0,324, con una superficie frontale di ben 2,22 m².

L’abitacolo è accogliente, ben disegnato. Bella la plancia, sia per il design sia per i materiali con cui è realizzata, notevoli i sedili rivestiti di pelle (optional) con cuciture in contrasto che danno un tocco di classe all’ambiente. La Mégane va considerata essenzialmente una quattro posti, con tanto spazio davanti e qualche problema dietro per le gambe e la testa, se si è di statura superiore alla media. Per contro offre un bagagliaio al top della categoria: 385 litri, esattamente come la Ford Focus e una quarantina più della Volkswagen Golf. Peccato che la soglia di carico sia piuttosto alta (78 cm) e che, ribaltando gli schienali posteriori, si formi un piccolo gradino che può creare qualche problema quando si tratta di caricare oggetti lunghi e pesanti. Le ampie possibilità di regolazione (elettrica) del sedile, abbinate a quelle del volante, consentono di trovare con facilità la posizione più idonea. La strumentazione è mista, con contagiri analogico a sinistra e, al centro, un grande display a cristalli liquidi retroilluminato. I comandi secondari sono raggruppati in modo ordinato sulla console centrale, mentre non condividiamo la collocazione sul tunnel, dietro la leva del cambio, dei comandi dell’impianto multimediale che obbligano a distogliere a lungo lo sguardo dalla strada.

Dal punto di vista tecnico, se si eccettua la scocca che è completamento nuova, la Mégane non propone novità di rilievo. Il motore della versione provata è un’evoluzione del precedente 1900 turbodiesel otto valvole ottimizzato nei valori di coppia e potenza e dotato di filtro antiparticolato. Sospensioni molto semplici con schema McPherson davanti e ruote interconnesse dietro. La Mégane è un’auto piacevole da guidare, quasi sorprendente se si pensa al modello precedente. L’assetto, non eccessivamente morbido, garantisce un buon isolamento del corpo vettura dal mondo esterno senza penalizzare la guida. Ora il feeling è quasi sportivo, ben diverso da quello a cui, da sempre, ci hanno abituato le Mégane. Dopo alcuni giri di pista (in condizioni miste di aderenza) ci hanno ampiamente rassicurato sull’handling di questa berlina, ben supportata anche da un’elettronica (Esp) attenta e calibrata. Lo sterzo, in particolare, ha perso quella spiacevole sensazione di finta sensibilità che caratterizzava il modello precedente. Ora è abbastanza pronto, ha buone doti di precisione e risponde con la giusta progressività. Positivo, pur con qualche riserva, anche il giudizio sui freni. L’impianto è ben dimensionato, sopporta senza problemi la fatica e garantisce spazi d’arresto molto ridotti dalle velocità più elevate. In sostanza, lavora molto bene a caldo, ma non è altrettanto efficace quando è freddo dove ottiene risultati solo discreti.

Sul piano delle prestazioni il 4 cilindri turbodiesel da 130 CV ci è sembrato del tutto adeguato alle caratteristiche di questa Mégane. La berlina francese si muove bene in ogni condizione. Le prestazioni massime sono di tutto rispetto e in linea con le concorrenti. Ma quel che più ci è piaciuto è la grande disponibilità del motore, la prontezza con cui risponde fin dai regimi più bassi senza apprezzabili ritardi di risposta. Ne conseguono andature regolari con riprese morbide e progressive, insomma l’ideale per viaggi lunghi e confortevoli. Quanto al consumo, si va dai 12 ai 16 chilometri con un litro di gasolio a seconda dei percorsi e dello stile di guida.

Fonte: Quattroruote.it

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