Auto elettriche e ibride, spariti gli ecoincentivi

auto-elettrica_large_dettaglio_articoloSarà forse vero come sostiene Sergio Marchionne che produrre auto elettriche oggi per le aziende non sia conveniente tanto che per realizzare una 500 di questo tipo Fiat perderà 10.000 dollari su ogni modello. Ma intanto in Italia non è un affare per nessuno, soprattutto alla lice della sparizione di quelli che dovevano essere ecoincentivi fondamentali.

Comincia così oggi per noi di Risparmiauto.it un breve viaggio per meglio comprendere se e quanto possa convenire passare all’auto elettrica, ancora più di quella ibrida. E lo faremo analizzando pregi e difetti dell’Italia, anche in rapporto alle altre nazioni europee e ai modelli attualmente in circolazione oltre a quelli che arriveranno nel 2013.

Intanto c’è un dato di fatto fondamentale che pone l’Italia ben dietro a molte altre realtà non solo dell’UE, perché sono definitivamente saltati gli ecoincentivi statali per il triennio 2013-2015. Dovevano essere dedicati esclusivamente all’acquisto di vetture ecologiche, sia elettriche, ma anche ibride, a metano, a GPL e a idrogeno con emissioni di CO2 per un massimo di 120 g/km, acquistate a partire dal 1° gennaio 2013.

La legge che li aveva previsti ne rinviava l’applicazione ad un successivo decreto, sottoscrivibile dal Ministro dello Sviluppo economico in accordo per la copertura finanziaria con i colleghi ministri dell’Economia e delle Finanze. E il decreto doveva esser adottato entro 60 giorni dalla data in vigore della legge, ossia lo scorso 11 ottobre. Ovviamente la situazione politica italiana è diventata quella che sappiamo, con tutti già proiettati sulle prossime elezioni, e così è saltata la parte fondamentale dell’impianto: il fondo per il 2013 che doveva essere di 50 milioni di euro è stato abbassato a 40, mentre quello per gli anni successivi, da 45 milioni, è sceso fino a 35 milioni. E soprattutto  solo 4,5 milioni sono destinati a consumatori privati.

La formula prevedeva una percentuale di Ecoincentivi pari al 20% del valore di mercato dell’auto fino ad un massimo 5.000 euro, se la vettura produceva CO2 pari o inferiori a 50 g/km, 4.000 euro nel caso di 95 g/km di CO2 e 2.000 euro per quelle comprese all’interno della soglia che va dai 96 ai 120 g/km di CO2, valori che sarebbero calati come cifre massime nelle fasi successive al secondo biennio, per un tetto non superiore ai 1.800 euro.

Ma ora gli ecoincentivi sono bloccati, così come lo sono i soldi destinati alla diffusione delle colonnine di ricarica nei punti principali delle grandi città italiane. Domani torneremo sull’argomento, sviscerando numeri e peso delle vendite per le auto elettriche in Italia nell’ultimo anno.

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