Emissioni cancerogene, il Codacons chiede i sequestri dei veicoli diesel

Dopo che nei giorni scorsi l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato le emissioni dei motori diesel come «agente cancerogeno per gli umani di gruppo 1», quello delle sostanze con effetto tossico scientificamente «accertato»,  il Codacons ha chiesto di sequestrare tutti i veicoli diesel esistenti nel territorio di Milano.

 Così si legge nell’esposto: «Si chiede che il Procuratore della Repubblica adito voglia accertare il pericolo che la libera disponibilità dei veicoli diesel possa aggravare o protrarre le conseguenze di cui in narrativa e, quindi, voglia ordinare il sequestro preventivo ex articolo 321 del codice di procedura penale di tutti i veicoli alimentati a diesel presenti sul territorio della città di Milano e provincia». Il Codacons chiede inoltre di «accertare la responsabilità del sindaco pro tempore di Milano e del presidente della Lombardia per le ipotesi di violazione di legge che si evincono in narrativa».

Un provvedimento biblico, se si considera che su circa un milione e 770mila mezzi immatricolati in provincia di Milano, circa un terzo sono a gasolio (580mila). Gli esperti Oms tuttavia hanno stabilito che ci sono prove sufficienti dell’associazione tra emissioni dei motori diesel e insorgenza del cancro: «Le prove scientifiche sono inconfutabili e le conclusioni del gruppo di lavoro sono state unanimi: le emanazioni dei motori diesel causano il tumore del polmone».

 L’Associazione europea dei costruttori d’auto (Acea) si è detta sorpresa dai dati dell’Oms: «Qlòueste tecnologie sono state sviluppate proprio per rispondere a queste preoccupazioni e le ultime tecnologie diesel sono veramente molto pulite». Allen Scheffer, direttore esecutivo del Diesel Technology Forum, associazione di settore basata a Washington, sottolinea che miliardi di dollari sono stati spesi nella ricerca e lo sviluppo di motori diesel puliti e con emissioni ridotte. «I motori diesel che si basano sulle nuove tecnologie – afferma Schaeffer – utilizzano carburanti a bassissima quantità di zolfo, con sistemi e tecniche avanzate di controllo delle emissioni, sono ormai vicino alle zero emissioni per quanto riguarda gli ossidi di azoto, gli idrocarburi e il particolato».

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