Renault Clio 2.0, dna carsaiolo

Dalla nostra Clio RS Light, sportiva nell’anima, è stato tolto tutto il superfluo: climatizzatore, radio, specchi elettrici e fendinebbia (quest’ultimi neppure previsti come optional). Se consideriamo anche i cerci alleggeriti, si risparmiano in tutti 36 kg rispetto alla RS “normale”, che però costa 2.000 euro in più (23.651 euro).

Manca addirittura la regolazione in profondità del volante, ma ci si rifà coi sedili Recaro (optional, seconda foto), fantastici quanto a sostegno laterale. Via i controlli elettronici e siamo pronti a gustarci fino in fondo i 203 CV del rinnovato due litri aspirato. In pista l’RS Light mostra la bontà di una meccanica specifica: telaio Cup, avantreno e regolazioni ad hoc, carreggiate allargate, passo “lungo” e un’aerodinamica da corsa.

Prima, seconda, terza e siamo già in fondo al rettifilo del circuito portoghese di Braga. La Clio RS Light s’infila come un razzo nel lungo tornante, mentre la provochiamo con l’acceleratore. Il retrotreno è reattivo, ma, con uno sterzo così pronto riallineare è un attimo. In uscita di curva giù tutto: il motore riprende anche da 3.000 giri, per poi salire rabbioso: 5, 6.000 giri. A 7.300 l’adrenalina viaggia e un cicalino avvisa di cambiare.

Corte le prime tre marce: te ne accorgi nelle curve lente, dove la seconda fa pattinare l’avantreno, costringendoti a dosare il gas e a passare in terza. In fondo al dritto, invece, la quinta fatica a prendere: 180, 190 km/h ed ecco la staccata. Si scala rapidamente, grazie al cambio e alla frizione corta. E via sui binari: a riprova del buon assetto. Un’auto equilibrata, “facile”, che perdona quasi tutto. Caldo a parte.

Fonte: Quattroruote.it

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