Ecomondo 2009 C’è anche Fiat…

Grande partecipazione per la 13esima edizione di ECOMONDO, Fiera internazionale del recupero di materie ed energia e dello sviluppo sostenibile svoltasi a Rimini Fiera dal 28 al 31 ottobre scorsi. Fra i vari appuntamenti, incontri e innovazioni tecnologiche, da segnalare il convegno “Evoluzione dell’Accordo di Protocollo Quadro sulla gestione dei veicoli fuori uso” organizzato dalle Case automobilistiche italiane ed estere e dalla catena industriale coinvolta nel trattamento dell’auto giunta alla fine della sua vita utile.

Si tratta di una delle prime attività sul tema dei rifiuti da beni di consumo regolata da un corpo normativo Europeo (Direttiva 2000/53) recepito da tutti Paesi della comunità ed oggi pienamente operativo. Argomento centrale del convegno – coordinato da Salvatore Di Carlo, responsabile Engineering & Design – End of Life Vehicles & Car Recycling di Fiat Group Automobiles – è stato l’analisi dei primi importanti risultati ottenuti all’interno dell’Accordo di Protocollo Quadro siglato nel 2008 a Roma dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalle Associazioni che rappresentano la filiera industriale del trattamento dei veicoli a fine vita.

L’Accordo rappresenta il primo ed unico esempio in Europa in cui tutti gli attori coinvolti in una filiera industriale, dalla più grande industria automobilistica nazionale alla più piccola impresa familiare di demolizione, lavorano con i responsabili dei Ministeri competenti con l’ambizione di trasformare l’enorme quantitativo di rifiuti in una “miniera” di materie prime con un progetto completo e all’avanguardia nel campo dell’ambiente.

In particolare, tra i risultati finora raggiunti si segnalano gli approfonditi studi sulla realtà italiana anche attraverso le campagne di prova, l’implementazione dei mercati di sbocco per i materiali non metallici e la partenza di progetti all’interno del decreto legge INDUSTRIA 2015 – Efficienza Energetica, che prevedono la realizzazione di impianti di separazione post frantumazione e di recupero energetico in Italia.

E oggi, a quasi due anni dall’Accordo, si esaminano i primi risultati, gli sviluppi già in pista per migliorare ulteriormente la capacità industriale del nostro Paese nel far fronte agli obiettivi previsti, e le criticità che si oppongono ad una ancor maggior velocità nel portare su questo argomento l’Italia ad un ruolo di leadership concreta nel settore.

Tanto per avere qualche numero, ogni anno in Europa vengono rottamati circa 12 milioni di veicoli (solo in Italia ogni anno la cifra è superiore a 1,5 milioni). In questo contesto opera un comparto industriale estremamente attivo e robusto sul territorio nazionale che comprende la grande Industria automobilistica italiana ed estera (in quanto importatrice), 1.600 imprese di demolizione spesso a livello familiare, oltre 350 aziende di commercio di rottame, più di 50 aziende di frantumazione di medio/grande dimensione ed una numerosa comunità di società coinvolte nel riciclo dei materiali comunque derivanti dal “Fine vita veicolo”.

La presenza attiva sul territorio italiano delle aziende di trattamento della demolizione auto deriva dalla possibilità di valorizzazione dei ricambi che possono essere riutilizzati partendo dal veicolo in demolizione, e dal fatto che i veicoli in circolazione sono costituiti in media dal 75% di materiale metallico, elemento che ha da sempre un mercato di grande sbocco nelle acciaierie per il chiaro fatto che rifondere materiale ferroso per ottenere nuovo acciaio è energeticamente, e quindi anche a livello ambientale, molto meno dispendioso che ottenere metallo partendo dal minerale che si trova nelle viscere della Terra.

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