Citroën C3 Picasso: svolta cubista

Della tonda C3 è rimasto solo il nome. Il “cognome”, Picasso, l’ha trasformata… in un cubo, almeno nella parte dietro, mentre il muso è ancora un’altra cosa, alto e imponente, quasi da Suv. Basta infilarsi nell’abitacolo per capire che il punto di forza della Picassina è l’abitabilità: lo spazio a bordo è tanto e alcune soluzioni originali lo fanno sembrare ancora di più.

Cominciamo dal posto di guida: quella del montante sdoppiato non è una novità assoluta, ma qui si è fatto un passo ulteriore, arretrando la parte massiccia e lasciando avanti una nervatura sottile: basta mettersi al volante per accorgersi che il guidatore ha una visuale perfetta tutt’attorno. Rispetto alla C3 berlina, gli interni hanno fatto un balzo di qualità percepita. La plancia è addirittura decorata nella parte alta con plastica abbastanza morbida e la strumentazione centrale è ben leggibile. Un difetto, però, c’è: con tutto questo spazio si sono ricavati molti piccoli portaoggetti in tutto l’abitacolo, ma manca un vero svuotatasche a vista. Dietro, il divano è frazionato e scorrevole e lo schienale reclinabile di qualche grado può far comodo al riposo. Quel che sorprende è la semplicità del meccanismo per ribaltare i sedili. Il fondo si può regolare su due altezze, per avere il massimo del volume o per ottenere un piano uniforme senza gradino. Reclinando il sedile del passeggero anteriore, inoltre, la lunghezza di carico diventa di ben 2,41 metri.

A questo punto, mettiamo in moto. La nostra C3 Picasso è quella con il turbodiesel più potente e ambientalista, il 1.6 HDi 110 CV Fap. Nonostante l’apparenza massiccia e le scarse – o nulle – velleità corsaiole, la piccola monovolume non è certo ferma: lo scatto 0-100 in 11,2 secondi è più di quel che si chiede normalmente a una vettura come questa. Buona anche la ripresa in quinta (15,4 secondi nel 70-120), grazie alla grande elasticità del motore, che assicura una poderosa coppia (260 Nm) già ai bassi regimi. I quasi 1500 kg della C3 Picasso si muovono con disinvoltura, però i test dicono che la francese non è poi moderata nel bere come speravamo: mentre in città e sulle strade statali le percorrenze sono buone, in autostrada, dove si apprezzo l’insonorizzazione, la media è di appena 10 km/litro (la cugina Peugeot 207 SW 1.6 HDi 90 CV, provata a febbraio, più filante e meno potente, superava i 15 km/litro).

Ottima la capacità di assorbimento delle asperità dell’asfalto, a tutto vantaggio del confort. Casomai, la morbidezza delle sospensioni produce qualche dondolamento al posteriore, specie sui saliscendi in collina, aspetto che, comunque, non pregiudica la qualità della guida. La tenuta di strada è elevatissima per un’auto così alta, mentre le traiettorie sono sempre tenute a bada dal controllo della stabilità (l’Esp è di serie su tutta la gamma Picasso, a partire dalla 1.4 Ideal). Chiudiamo con l’elogio dei freni. Gli spazi d’arresto sono sempre buoni, anche con due ruote su pavé o marmo bagnato. Di fading, infine, neanche l’ombra.

Fonte: Quattroruote.it

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