Nissan EV-02, l’elettrico è qui

Come è il futuro dell’automobile? Una cosa sono le tante e belle parole che ci raccontano (e che noi raccontiamo a voi), una cosa sono i fatti. Stavolta vi raccontiamo un fatto perché la tecnologia dell’auto elettrica che la Nissan sta sviluppando, e che introdurrà negli Usa e in Giappone nel 2010, noi di OmniAuto.it l’abbiamo già provata su strada in anteprima sul prototipo EV-02, derivato dalla Qube di prima generazione venduta solo in Giappone.

Per questo la EV-02 ha la guida a destra mentre la targa inglese dimostra che la fase europea della sviluppo su strada sta avvenendo Oltremanica dove Nissan ha stabilimenti, centro stile e strutture di ricerca. Se non fosse per gli adesivi e per la stravaganza dello stile, la EV-02 sarebbe una macchina vera, senza quella messe di fili, sensori o parti posticce fissate con il nastro che caratterizzano i prototipi, anche quelli derivati da vetture di normale serie. L’unica differenza apparente sta nei gruppi ottici posteriori composti da 27 LED suddivisi in gruppi di 9. Anche all’interno non ci sono differenze. Le uniche due appaiono una volta accomodati al posto guida fissando la strumentazione. La prima è l’indicatore di carica sulla parte destra del quadrante al posto del contagiri, perfettamente uguale se non per l’assenza di numeri e con le tacche a forma di piccolo fulmine. Il secondo è la spia verde “ready”, serve a ricordarci che abbiamo già girato la chiave e siamo pronti a partire. Nel silenzio generale, è davvero indispensabile.

Messa la leva del cambio in D, la vettura avanza lentamente da sola, come una normale automobile dotata di cambio automatico e, una volta sfiorato l’acceleratore, risponde immediata ma docile nel silenzio assoluto, c’è solo un ronzio flebilissimo mentre, al crescere della velocità, fa altrettanto il rumore di rotolamento degli pneumatici. La sensazione è quella di marciare sull’olio, anche perché le sospensioni copiano bene la superficie gibbosa dell’asfalto, ulteriore dimostrazione che ci troviamo a bordo di una vettura vera. Proviamo allora a spingere a fondo l’acceleratore e la EV-02 risponde con maggior vigore, ma sempre con le stesse note: immediata, morbida, continua e sembra che abbia sempre innestata la marcia giusta invece la EV-02 è un monomarcia senza alcun tipo di frizione perché il motore spinge forte già a zero giri/min.

Il contrario accade quando si solleva il piede dall’acceleratore e sembra che il cambio abbia scalato in anticipo una marcia, invece è il dispositivo di recupero dell’energia in rilascio che trasforma in preziosa carica per la batteria l’energia cinetica che altrimenti andrebbe persa. Sono queste le sensazioni nuove alle quali occorrerà abituarsi. Se si preme il pedale del freno, il recupero si fa ancora più intenso, ma presto si impara a sfruttare quasi automaticamente questo connubio tra fluidità e freno motore e a trasformarlo in uno stile di guida fatto di tranquillità e di marcia il più possibile costante, premendo al minimo l’acceleratore e ricorrendo raramente al freno.

Secondo noi sarebbe utile inserire un indicatore che, come su alcune ibride, ci faccia capire quanta energia stiamo utilizzando e quanta ne stiamo recuperando. Mentre lo pensiamo, siamo già tornati al punto di partenza. Nel silenzio ci eravamo avviati e nel silenzio ci fermiamo mentre l’indicatore di carica si è spostato di poco verso lo zero. Rimettiamo la leva del cambio in P. P come “promessa”. Certo, le batterie non sono proprio un serbatoio capiente (circa 160 km) e ci sono i problemi di costo, di riciclaggio, della rete di distribuzione. Ma il futuro è questo e assaggiarlo è stata un’emozione vissuta – serve dirlo? – in silenzio.

Fonte: Omniauto.it

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