Gli agenti assicurativi si dicono per niente soddisfatti del Decreto Liberalizzazioni

Gli intermediari Rca criticano pesantemente Antonio Catricalà. Rc auto, le polemiche sono appena iniziate e si annunciano roventi: da una parte il Governo Monti; dall’altra gli agenti di assicurazione. 

IL CASO –  Catricalà è stato garante del mercato sino a novembre 2011, prima di entrare nel Governo Monti. E come Autorità di tutela della concorrenza ha alzato spesso la voce contro i “poteri forti”, denunciando anche gli eccessivi aumenti delle tariffe Rca, e la scarsità di concorrenza  fra le assicurazioni. Con un simile curriculum, e con il notevole apprezzamento che ne era derivato anche sul web indipendente, da più parti si sperava – scrivono gli agenti – “che si sarebbe realizzata quella riforma del comparto assicurativo che la lobby delle Compagnie Assicurative e delle banche ha sempre impedito”.Il guaio, denunciano gli agenti, è che si opera “in un mercato in cui il tasso di concentrazione riferito ai primi due Gruppi assicurativi nazionali sarà, a breve, pari a quasi il 50% e che i primi cinque Gruppi possiedono, attualmente, oltre il 70% di quota di mercato”. E invece, il Decreto lascia l’amaro in bocca: “Quanto leggiamo invece nel Decreto approvato costituisce addirittura un passo indietro rispetto alle parziali, ma coraggiose aperture dei Decreti Bersani, già ampiamente indebolite dagli interventi del Governo Berlusconi e dalle normative burocratiche ‘su misura’ di Isvap [vigila sulle Assicurazioni] e Compagnie”. In particolare, gli agenti si riferiscono ai 3 preventivi del tutto obbligatori, nonostante l’agente resti monomandatario.

I RIMEDI – Stando agli agenti, le soluzioni per arrivare a veri ribassi delle tariffe Rca sarebbero stati altri. Anzitutto, introdurre l’obbligo a carico delle Compagnie di rilasciare, in mancanza di giustificati motivi ostativi, a favore degli agenti iscritti al Rui (Registro unico degli intermediari assicurativi, tenuto dall’Isvap) i “mandati agenziali”, con particolare riguardo al ramo Rca. Obiettivo, dare agli intermediari la possibilità di mettere le Compagnie in concorrenza, rispettare (e far rispettare alle Assicurazioni) il noto “obbligo a contrarre” vigente, nello specifico settore della Rca, ed evitare il fenomeno dell’abbandono di interi territori. Il riferimento è alla fuga delle compagnie del sud Italia. Per gli agenti, sarebbe stato importante anche rivedere tutte le norme e delle procedure burocratiche “che di fatto rendono molto difficile se non impossibile la gestione della effettiva concorrenza”. E ancora: ilplurimandato, ossia la possibilità di rappresentare più Assicurazioni, per metterle davvero in competizione fra loro. Infine, introdurre l’obbligo per le Compagnie di applicare, per la Rca, “tariffe che corrispondano effettivamente a quelle pubblicate, evitando che il sistema attualmente utilizzato di finte scontistiche e di tariffe ‘particolari’ per alcune categorie e territori sia lo strumento per eludere l’obbligo a contrarre”.

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