Alfredo Zaino – Metano&Motori

L’auto a idrogeno in Italia è una realtà consolidata
Negli ultimi mesi, la crisi economica ha spinto le case automobilistiche ad adottare politiche di marketing che privilegiano l’ecologia e, soprattutto, l’economia di acquisto e di esercizio.La carta giocata quasi universalmente dai protagonisti del mercato dell’auto è quella del gas. Il metano, e più ancora il Gpl, consentono una drastica riduzioni dei prezzi di acquisto grazie agli incentivi e di esercizio grazie al più basso costo di rifornimento. Tutto bene quindi? Non proprio.
Nel 2007 nel settore dei trasporti sono stati consumati 1,8 miliardi di litri di Gpl (1) al servizio di oltre un milione di autoveicoli (2). Poiché le autovetture e i camion/autobus circolanti in Italia sono circa 40 milioni, la quantità di Gpl necessaria per alimentare anche solo il 20% di tale circolante ammonterebbe a circa 15 miliardi di litri! Non credo che l’industria petrolifera possa mettere a disposizione tale quantità di Gpl o, se lo potesse, che il prezzo si manterrebbe ai livelli attuali. L’offerta martellante e pressoché generalizzata di autoveicoli a Gpl non può quindi che essere una fase transitoria per contrastare nel breve periodo il ciclo negativo dell’industria dell’auto.

Nel medio periodo cosa succederà? Partiamo da alcune semplici considerazioni:
– Il costo del petrolio è sceso vertiginosamente dopo una altrettanto vertiginosa crescita nel giro di pochi mesi. Le tensioni di mercato che hanno determinato queste oscillazioni non sono certo finite ed è probabile che agiscano ancora più violentemente in futuro visto la fase di decrescita della vita residua delle riserve di energia fossile;
– La crisi economica mondiale che sta deprimendo tutti i mercati, spinge i consumatori a comportamenti meno disinvolti rispetto al passato con un effetto circolare depressivo (produzione-consumo) soprattutto nel settore dei beni a utilità ripetuta come l’auto;
– La crescente consapevolezza dell’effetto negativo del consumo di energia fossile sull’ecosistema renderà sempre più costoso l’impiego delle energie inquinanti e incentiverà le fonti più pulite.

Personalmente credo che l’unica via di uscita si basi su tre “pilastri”
– Efficienza energetica anche nel settore dei trasporti. Non si tratta tanto di produrre veicoli che consumano e inquinano sempre meno, ma di progettare e realizzare un sistema di mobilità di persone e merci da assicurare ad ogni singola esigenza di trasporto la sua specifica soluzione più efficiente;
– Eliminazione degli spostamenti inutili mediante la riprogettazione dei modelli di produzione e di consumo che rendano minima la loro distanza geografica;
– Utilizzazione di fonti energetiche intrinsecamente pulite con l’obiettivo finale delle fonti rinnovabili.

In relazione a questo ultimo punto credo che il metano giocherà in pieno il suo ruolo di energia di transizione in quanto energia fossile e quindi non rinnovabile, ma con una vita residua più alta del petrolio e con un impatto sull’ambiente molto più leggero. La sua disponibilità inoltre non risente dei vincoli di disponibilità prima ricordati per il Gpl per cui la trasformazione a metano di quote consistenti del circolante non rappresenta un problema. Infine, una questione di chiarezza. Molti parlano dell’auto a idrogeno come soluzione futura di tutti i problemi; ma l’auto a idrogeno è già disponibile da moltissimo tempo perché, come tutti sanno, la molecola del metano (CH4) è composta per quattro quinti da idrogeno…

Alfredo ZainoFonte:

Autoambiente.com

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