Caro Benzina: Unione Petrolifera contro Associazione Consumatori

Vi sarete sicuramente accorti, facendo benzina, del prezzo del carburante che in queste settimane è cresciuto in maniera esponenziale, tanto che spesso con dieci euro si riesce a malapena a riempire il serbatoio con sette litri di benzina verde.

In queste settimane, mentre il prezzo della benzina cresceva, le associazioni dei consumatori si sono apertamente scagliate contro l’Unione Petrolifera, accusandola per la doppia velocità con la quale il prezzo del carburante continua a crescere. In questi giorni però è arrivata la replica del Presidente stesso dell’Unione Petrolifera, che ovviamente difende l’operato dell’associazione che presiede e spiega le motivazioni della salita del prezzo.

Il Presidente dell’Unione Petrolifera, Pasquale De Vita, ha inizialmente sgombrato il campo da qualsiasi voce affermando che la velocità doppia con la quale, secondo le associazioni dei consumatori, il prezzo del greggio cresce, è una pura e semplice invenzione e che non vi è nulla di vero. Sempre De Vita poi invita i consumatori a non soffermarsi solamente sulla salita dei prezzi, rimarcando il fatto che molti sono pronti a gridare “al lupo” non appena il prezzo del carburante cresce ma non sono mai pronti a considerare il fatto quando invece scende.
De Vita, sempre nel corso del suo intervento a difesa dell’Unione Petrolifera, suggerisce infine, nel nostro paese, un taglio di circa seimila impianti in modo da riorganizzare la rete di vendita e distribuzione e intervenire in maniera efficace e rapida sui listini, De Vita ha spiegato infatti che solo in questo modo si possono recuperare i 3-4 centimetri che dividono l’Italia dal resto dell’Europa, dove i prezzi sono tutti a livello self service, risultando dunque più bassi.

Diverse riviste specializzate del settore hanno ascoltato con interesse l’intervento del Presidente dell’Unione Petrolifera trovando ben due argomenti sui quali controbattere. In molti infatti hanno risposto decisamente per le rime osservando che non è assolutamente vero che quando il prezzo cala nessuno se ne accorge, è però vero e osservato che non appena il prezzo dei barili di greggio sale in due giorni si assiste ad una crescita dei prezzi al consumo, viceversa, quando il prezzo del barile scende, ci vogliono alcune settimane prima che il prezzo al consumo diminuisca.

Per quanto riguarda il tagli di seimila impianti, ciascuno potrebbe obiettare semplicemente citando la vecchia e ben nota regola economica della domanda e dell’offerta, tagliando gli impianti si diminuisce infatti l’offerta a fronte di una domanda che resta comunque alta e questo, a rigor di logica, dovrebbe far alzare, piuttosto che diminuire, il prezzo del carburante.

Insomma i consumatori assistono impotenti alle solite diatribe, ciascuno si fa i propri conti e nessuno neanche pensa al portafoglio dei consumatori, fatto sta che per fare benzina si spende sempre di più.

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