Il futuro? Veicoli elettrici alimentati da bioelettricità

Secondo uno studio congiunto dell’Università della California, la Stanford University e il Dipartimento di ecologia globale della Carnegie Institution è più ecologico far crescere piante da usare come carburante per produrre energia elettrica per le auto che non alimentare queste ultime con i biocarburanti.

Gli studiosi, basandosi su un modello di analisi dell’energia prodotta dai biocarburanti (EBAMM) creato dal Gruppo Energia e Risorse dell’University of California di Berkeley, hanno considerato diversi tipi di colture, tra le quali anche il mais e il panico verga, e di tecnologie per la conversione energetica per applicarle alle differenti versioni e all’efficienza operativa di motori elettrici e a combustione interna di quattro tipi di veicoli: auto e SUV di piccola e media cilindrata.

Ebbene, secondo i risultati, la biomassa convertita in elettricità con cui caricare una batteria per veicoli elettrici, produce in media una percorrenza chilometrica superiore dell’81% rispetto a quella trasformata in etanolo con cui alimentare un motore a scoppio.

In particolare, secondo quanto si legge sul documento Greater Transportation Energy and GHG Offsets from Bioelectricity Than Ethanol, allegato in pdf, la bioelettricità è l’evidente vincitore nella sfida del trasporto nel confronto dei chilometri per acro, indipendentemente dal fatto che l’energia è stata prodotta dal mais o dal switchgrass, basta che provenga da una coltura energetica a base di cellulosa.
La ricerca, pubblicata dell’edizione online di Science del 7 maggio 2009, sta sollevando un serrato dibattito sulle strategie per le politiche energetiche del futuro.

Per un approfondimento:
-Bioelectricity Promises More ‘Miles Per Acre’ Than Ethanol
-Greater Transportation Energy and GHG Offsets from Bioelectricity Than Ethanol
-Bioelectricity bests ethanol on two fronts: land use and global warming

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