Rc auto? Più obbligatoria che mai

Nessuna rivoluzione: in Italia, le Compagnie sono tenute a rilasciare le polizze Rc auto. È il verdetto emesso dalla Corte di Giustizia Europea, chiamata a esprimersi in merito dalla Commissione Europea su istanza di alcune Assicurazioni.
Il ricorso di un numero ristretto di Compagnie alla Corte di Giustizia si basava su un concetto molto semplice: secondo quelle Assicurazioni, l’obbligo di rilasciare Rca impedirebbe alle imprese di “attuare in modo autonomo le loro scelte strategiche di mercato”, costituendo “un’ingerenza nella libertà di contrarre di cui godono gli operatori economici”.

IL SUD ITALIA È SALVO
La Corte ha respinto il ricorso per due motivi. Primo, l’obbligo di rilasciare la Rca deve restare perché così si tutelano le vittime di incidenti stradali: c’è sempre una Compagnia che risarcisce i danni alle auto e le lesioni fisiche. In secondo luogo, nel Sud Italia è bene che permanga l’obbligo a contrarre Rca; in caso contrario, il rischio è che le Assicurazioni si ritirino dal Meridione privando i proprietari di auto della copertura assicurativa. Il motivo? Il numero elevatissimo di incidenti nel Sud e specie a Napoli, e pesanti i costi a carico delle Compagnie. Per non parlare delle truffe: sinistri con rimborsi gonfiati oppure tamponamenti inventati di sana pianta, con tanto di colpo di frusta da risarcire.

NO ALLE RCA DI 15.000 EURO…
L’Adiconsum e l’Isvap (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo) hanno accolto con soddisfazione la decisione della Corte di Giustizia Europea. A questo punto, non resta che rimanere vigili sul comportamento di quelle Assicurazioni che, nel 2003, proposero tariffe Rca esorbitanti (fino a 15.000 euro) ai meridionali che chiedevano un preventivo: un modo evidente per respingere il cliente ed eludere l’obbligo a contrarre. Proprio a causa di questi comportamenti, l’Isvap aveva sanzionato le Compagnie, che a sua volta avevano reagito rivolgendosi alla Commissione Europea e quindi alla Corte di Giustizia. Che ora ha messo la parola fine alla questione.

Fonte: Omniauto.it

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